lunedì 12 novembre 2018

Caino, uno di noi

by @DaniloMorchio

Mi Dio, oggi ho ucciso un uomo, credevo di poter reggere ai sensi di colpa o di non averne affatto, in fondo togliere una vita è solo anticipare i tempi, è qualcosa di inevitabile e magari nel farlo gli ho evitato sofferenze ben peggiori.
Spegnere una coscienza in fondo è come finire un libro, lo chiudi lo riponi nel cassetto e te lo dimentichi, semplice no ?
E invece ora sono qui, lo stomaco di contorce e non riesco a fermarlo e queste lacrime ? Perché ? Non è così che mi aspettavo di reagire... Doveva essere semplice, in fondo l'umano è un altra specie di animale, la natura è insensibile, non può avere empatia ed io sono umano, io sono un animale. Perché allora mi sento una bestia ? Un mostro che non aveva cuore e che dopo l'atto gli è scoppiato in petto ! Cos'è questa voce che da dentro mi corrode l'anima ? Non riesco più a dormire, non mangio più con gusto, ho perso tutti i desideri che prima corrodevano i fili dei miei pensieri. Ed ora non sono più solo, una voce mi accompagna ovunque, una voce che non mi è amica, stridente, cattivamente mi punisce in ogni istante, non mi lascia mai. Questa voce di chi è ? Perché non è mia, non ne sono io la fonte. E allora mi chiedo, perché ci hai dato coscienza e consapevolezza, lasciando inalterate le altre animalità, ci hai voluto rendere diversi da tutti gli altri esseri che popolano questa strana sfera senza senso, ma non migliori, quale strano disegno dobbiamo seguire ? Siamo forse i tuoi giocattoli, un esperimento che ti distolga, con la nostra imprevedibilità, dalla monotonia eterna in cui ti trovavi da sempre, hai messo in noi un generatore causale di eventi e intenzioni che non ti permetta di prevedere le nostre azioni e che come in un film crei quell'attesa in cui non sapendo come finisce alimenta speranze che forse anche tu nella tua immensa onniveggenza avevi perso. Ma in tutto ciò io perdo e tu non vinci.

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