- La realtà oggettiva, ossia la realtà degli oggetti e delle forme, al di fuori di noi e non facilmente interpretabile.
- La realtà sensibile, quella fisica o di trasformazione, più vicina perchè di prmo impatto per i nostri sensi.
- La relatà soggettiva, quella che ognuno di noi percepisce ed a mio parere diversa per ogni essere vivente, ma alla quale abbiamo dato miriadi di convenzioni, che ci danno l'impressione che sia uguale per tutti, qualcosa di metafisico, una realtà quest'ultima che risulta semplice nella sua interpretazione, di inconfondibile familiarità ma proprio per questo ingannevole.
mercoledì 26 giugno 2013
Cosa è la realtà, in realtà ?
martedì 25 giugno 2013
Coscienza Digitale
L’immagine e’ quella di un cielo plumbeo, con rumori ovattati dalla lenta discesa di un’asciutta ed apparentemente calda nevicata.
Il crepuscolo inoltrato era musicalmente accomapagnato da un opera di Musorgskj.
La calma che pervadeva tutto dava un senso di tranquillita’ che invadeva ogni singola cellula di ogni centimetro quadrato del tessuto epiteliale.Il momento era vita allo stato puro.
Chiunque avesse avuto la necessaria recettivita’ quella era la sera giusta per sfiorare con le dita dell’anima l’essenza del grande burattinaio, bastava semplicemente lasciarsi andare abbandonando i problemi terreni, ascoltando quella musica leggera, magari immergendosi in un buon libro o semplicemente sognando.
Un attimo e con un piccolo salto si poteva oltrepassare pie’ pari i propri sensi per trovarsi a contatto con la definizione stessa della perfezione, quasi che tutto fosse l’uno, come in uno stato di grazia, la sublimazione dell’esistenza stessa.
Tutto questo poteva essere provato, tutto questo oppure l’opposto di tutto, si, perche’ la perfezione ha un unico stato, un piccolo spostamento da questo equilibrio e nulla sarebbe stato piu’ lo stesso, una virgola di troppo avrebbe trasformato questo paradiso nel peggiore degli inferni con vene invase dal fuoco dell’orrore, la visione distorta dai colori grigi ed opachi di una tristezza infinita, la consapevolezza del nulla che attende dietro l’angolo della vita, senza la minima speranza di redenzione e neppure il desiderio di essa.
Paure, mistero e certezze si fondono assieme e si dissolvono quando nel rendersi conto del proprio crimine, della propria colpa involontaria ma ormai impregnata nella mente non dara’ mai piu’ un attimo di serenita’.
Ed era questo lo stato in cui si sentiva.
Da fuori la finestra dell’ultimo piano del grattacielo, nel buio della sera, era illuminata da una fievole luce azzurrina ravvivata di quando in quando da piccoli lampi piu’ chiari, visione classica e riconoscibile per chi ha passato gran parte della propria vita di fronte alla finestra piatta ed infinita affacciata nella linea di demarcazione tra il mondo fisico e quello delle idee, un mondo il secondo indefinibile, ma sempre piu’ parte del quotidiano, un mondo confuso tra cio’ che e’ e cio’ che non e’, il mondo dell’era digitale.
Sul muro alle spalle un’ombra, una sagoma nera sparata dall’assenza di particelle assorbite dal corpo stesso, una forma immobile da troppo tempo che non trova piu’ spazio nel mondo, in un’attesa piena di speranze, che ha perso la capacita’ di relazionarsi con gli altri e con le emozioni recise dal taglio netto di una lama invisibile.
Questo interruttore si e’ spento, per cancellare immagini dolorose e ricordi che non vuole far riecheggiare nella mente.
Questo e’ l’uomo di oggi, dell’era dei computer, una cozzaglia di nulla, con enormi potenzialita’ inespresse.
L’unico modo di salvarsi, e’ quello di uscire dallo stato di veglia, cercando di mantenere i nuovi legami elettronici, spostando anche pero’ la sua attenzione fuori dalle gabbie dorate di visioni fantastiche che il nuovo mondo ci ha creato.
Ma solo chi ha vissuto il passaggio può liberarsi, gli altri, quelli che ci sono nati, vi sono imprigionati ed invischiati, come in una palude, che li soffoca rendendoli schiavi.
domenica 23 giugno 2013
APPROFITTATORI !
Nella vita c’è chi risolve i problemi, ma quando i problemi non sono visibili perché non pubblicizzati a dovere il risultato è che chi vive di riflesso alle soluzioni vive bene.
Chi vola più in alto naturalmente vede solo le grandi autostrade, mentre i piccoli sentieri gli rimangono invisibili, ma sono questi che per il loro gran numero portano a rendere grandi gli afflussi autostradali.
Così come il mare esiste solo perché i grandi fiumi riversano le loro acque in esso, ma solo perché i piccoli e infiniti ruscelli li alimentano continuamente.
Quindi chi si occupa costantemente di quell’infinità di piccoli problemi lo fà nell'intento di evitare che si creino più avanti problemi molto più grandi e quindi per tornare all’analogia precedente, per cercare di non rendere arida la terra.
Tutto ciò naturalmente fa splendere di più le stelle che ci circondano, ma per chi guarda meglio non vede stelle ma lune che brillano di luce riflessa e quando volgeremo le nostre fievoli luci altrove le presunte stelle smetteranno di brillare.
E’ vero che chi ha grandi capacità deve sempre dare il massimo, un contributo importante per la collettività, ma chi può dire cosa succederebbe se per contribuire in maniera diversa e volando più alto, non si vada a perdere qualcosa di più importante, cui forse altri al loro posto non potrebbero mai supplire.
Ma sempre è stato e sempre sarà, il verbo è la forza che vince su tutto, la parola è la forza più grande di tutte, dire, parlare, discutere sono da sempre atti ipnotizzanti per chiunque, la forza motrice di tutte le convinzioni e nessuno farà mai di più nel concreto di quanto faccia chi dice di fare qualcosa.
Sensi Virtuali
Come mi piacerebbe poter trattenere dentro me certe sensazioni.
Quelle che vengono evocate dai ricordi indefinibili ma reali.
Non sono immagini per come le vediamo con la mente,
ma immagini emotive, di quelle che si sentono col cuore,
pregne di odori, profumi, colori e tutti gli ingredienti che creano la realtà.
Una realtà che fu un tempo e che oggi è presente solo nella memoria.
Un accumulo di emozioni, messe da parte in un angolino segreto
a dispensa per momenti futuri, quando c'è la necessità di ritrovare serenità.
A volte escono da sole esplodendo per reazione ad uno stimolo inconscio,
a volte vengono ricercate e purtroppo a volte non trovate.
Ma quando arrivano, è un esplosione di grazia per la quale ringrazio Dio,
non sò cosa le stimoli esattamente, mi piacerebbe saperlo per poterle evocare a piacimento,
specie quando ne sento il bisogno.
Forse il dolore, la mancanza, il distacco,
altre sensazioni insomma sono la ragione che scatena la giusta chimica provocatrice,
la causa.
Mi sfugge però il meccanismo che lega la chimica alla psicologia,
ma forse è meglio così perchè conoscerne i dettagli potrebbe rovinarne la magia.
Perchè Io ?
Chi sono io ?
Tutto ciò che mi sento addosso, ciò che comprendo nei confini dei miei spazi,
la carne, gli organi,
l'aria che mi invade, entra in me per poi uscire ed entrare in altri,
Il sudore che evaporando diventa poi acqua che altri berranno
Un momento prima fanno parte di me,
un momento dopo diventano parte integrante di altri Io.
Chi sono Io quindi ?
Io sono gli altri e gli altri sono me
Quando tutti prenderemo coscienza di ciò potremo essere definiti umani.
sabato 8 giugno 2013
Presa di coscienza
(A volte la comprensione è un concetto difficile da digerire, si crede di sapere qualcosa che solo alla fine risulta chiaro)
Immagina una persona che inizia a leggere un libro
e mentre legge, inizia a rendersi conto,
che tra le parole scritte, viene raffigurata una persona,
che stà leggendo un libro a sua volta
Della stessa corporatura del primo lettore,
dello stesso sesso,
stesso modo di pensare
e che proprio in questo istante smette di leggere !!!
L’albergo
(Reinterpretazione personale della canzone “Hotel California” HEAGLES 1976)
Benvenuto.
Ora le diamo una camera, la più bella o la più brutta, è casuale... ma può migliorare o peggiorare.
Dipende da lei, ma anche dal caso.
Lei comunque può usarla come meglio crede, ma in questo albergo non ci sono servizi di pulizia, tutto dipende dagli inquilini.
Lo stato delle camere che possono essere pulite o sporche dipende da voi, chi prenderà dopo di voi la camere la troverà come l'avrete lasciata, perfetta o meno.
In questo albergo non ci può stare per sempre, prima i poi il padrone bussa e ci invita ad uscire, in fondo è tutto gratuito, non necessario nè richiesto.
Solo una cosa, quando lascerà la camera si ricordi di lasciare sul letto la sua vita, fuori di qui non ne avrà bisogno.
Eccomi a me
Tempo,
che nel tuo infinito avanzare hai incontrato me,
con me scorri una parte finita senza che io ti possa comprendere,
immagino qualcosa di reale, ma impossibile da provare,
per questo ogni essere è egocentrico,
e pensa al proprio tempo come unico e di tutti,
non esiste il passato e neppure il futuro ma solo il presente,
che conferma l'irrealtà del tempo stesso,
una convenzione, un concetto astratto,
che ci deve far riflettere su tutte quelle futili banalità,
che rendono la vita confusa e noiosa,
e ci deve dare la forza di eliminarle
per ritrovare un corretto equilibrio tra l'universo e noi stessi.
Come vorrei che le parole esprimessero qualcosa di più del loro semplice significato
e che l'assordante rumore del silenzio, venisse rotto anche in quegli squallidi vicoli
in cui un bambino che muore non deve disturbare gli adulti con le sue grida.
Ma che vita è, se contornata da incubi che ti assalgono anche quando sei sveglio.
Ma che vita è, quando gli altri ti calpestano per i loro stupidi interessi
ed i loro giochi di potere.
Così cerchi di scappare lontano, magari dove non conosci nessuno,
ma poi ti accorgi che è una scalata impossibile
perché quando arrivi in cima ti trovi alla base di una nuova insormontabile montagna.
Chissà se ci sarà mai un domani diverso.