lunedì 16 dicembre 2013

Semplicemente vivere

 

vivere

Sembra impossibile, ma gli esseri umani o almeno buona parte di loro, cercano la felicità laddove la stessa invece annichilisce in se stessa

Pochi riescono a capire che la felicità risiede nell'assenza di desiderio, quello che invece oggi sembra essere importante ai più è il potere, la ricchezza e la fama. Una fama fittizia, che si basa sull'essere famosi ed al centro dell'attenzione non per ciò che si è o si sa, ma piuttosto sull'essere riflesso neppure di qualcuno ma di qualcosa.

Io sono famoso perché ho una bella auto, l'ultimo tipo di cellulare, un vestito firmato, ma non mi rendo minimamente conto che ad essere realmente famosi sono gli oggetti nei quali tendo di immedesimarmi.

Nessuno quindi riesce a comprendere quanto sia invece più importane vivere una vita semplice e comune, la vera vita che cambia il mondo e che lo fa girare giorno dopo giorno, sono le umili vite gli acrobati di questo immenso circo.

La mancanza di questa consapevolezza non permette di apprezzare quanto invece potrebbe essere gratificante vivere così, semplicemente così.

venerdì 6 dicembre 2013

Due pensieri sui quali riflettere

 

Pensiero numero Uno

E' risaputo che l'entropia è dovuta al movimento degli atomi, entropia inoltre vuol dire anche disordine, quindi dalla teoria del caos si evince che l'universo tende al massimo disordine . Ora, se l'universo è la massima espressione dell'esistenza e naturalmente tende al massimo disordine, e grazie ad esso esiste la vita, vuol dire che dal caos si genera la vita. Il nazismo del resto voleva portare ordine nel mondo ed ha generato solamente morte e distruzione. A questo punto mi chiedo - "Ma per quale cacchio di motivo tutti pretendono da me di essere ordinato ? "

Pensiero numero Due

Gli incapaci peccano in umiltà, mentre i grandi si umiliano nelle loro insicurezze, ma è normale xchè chi sà di non sapere, sapendo, crede di sapere meno di chi crede di sapere, senza sapere un cazzo.

@DaniloMorchio

lunedì 4 novembre 2013

Quale differenza tra persecutori e perseguitati ?

Israele ha torturato e violentato 7000 bambini palestinesi

Rinchiusi nella nostra gabbia dorata,
fatta di alti muri virtuali e tecnologici,
non ci accorgiamo di quanto succende attorno a noi
e quando anche una fioca luce illumina le nostre menti...
Ecco che con un soffio, la spegnamo, rendendoci complici di questi immani delitti.
In questi miei momenti di riflessione ritrovo in me la paura che Dio sia morto,
molto , ma molto tempo fà.

@DaniloMorchio

lunedì 21 ottobre 2013

Il vero buco nero, che ci accompagnerà verso il baratro sociale !

 

tritacarneUmana

La società di merda nella quale stiamo vivendo in questo periodo storico, ci propone una generazione di debosciati, che non comprende solo i ragazzi sotto i trent'anni, ma anche e sopratutto quelli che dai trenta arrivano ai sessanta, alla quale io stesso appartengo. Xchè se è vero che nel primo gruppo ci sono esseri per lo più amorfi, senza spina dorsale e incapaci di pressochè qualsiasi reazione, è altresì vero che nel secondo, non siamo capaci di infondere nei giovani i principi fondamentali e la voglia di ribellione alle ingiustizie, che, i nostri vecchi, inculcavano a noi con l'esempio. Ai tempi dei nostri vecchi, era anche più difficile essere condizionati dal potere costituito, frasi come "coscienza  di classe", lotte con scioperi veri e sentiti, manifestazioni dove urlando si rischiava in prima persona, non davano spazio a sfoghi senza conseguenze. Oggi no, oggi è facile sfogarsi su facebook o altri social che danno al virtual-nauta un senso di sfogo, nascosto dietro il muro tecnologico, che senza rischio affievolisce lo stress del momento, dando un senso di appagamento che si ferma li senza concludere nulla nel reale. Oggi vedi un articolo sulla violenza inaudita che si stà consumando in Congo, ti incazzi da morire per qualche secondo, scrivi tutto ciò che ne pensi, lo pubblichi e dopo qualche minuto te lo sei già scordato. Ecco, penso che questi strumenti, come tenti altri nel tempo, siano importanti se usati correttamente, ad esempio per tenersi in contatto con persone distanti nello spazio fisico, per capire il mondo e magari trovare soluzioni, ma credo che in realtà per i più, non siano altro che un nuovo strumento che il potere mondiale utilizza, per farci brucare l'erba che loro stessi hanno coltivato e tener buone le pecore, nel grande giardino del loro Eden.

@DaniloMorchio

giovedì 29 agosto 2013

… e continuavano a prenderci per il culo !


ispirato dall’ Articolo Seguente mi vien da dire :

Ma quanta enfasi, come è contento Alfano . La gente perde il lavoro, sono diventate 9 milioni le persone sotto al di sotto del limite di povertà, gente muore di fame e questi che dicono ? "Abbiamo eliminato l'IMU" e senza farvi pagare altre tasse... Ma ci rendiamo conto di ciò che dicono ? Probabilmente i morti di fame non hanno neppure una casa su cui pagare l'IMU , e chi la casa ce l'ha magari con un paio di figli a carico neppure la pagava con le regole che già c'erano. Quindi chi beneficia di questa eliminazione ? Chi ha una gran bella villa e parecchi soli . Ma andate a fare in C..O brutti STR..ZI . Ma poi che stronzi, prima dicono la cazzata che l'IMU non si pagherà più e non ci saranno nuove tasse , ma sotto sotto si scopre che nasce la SERVICE TAX che verrà abbinata alla Tares (quella sui rifiuti) e si chiamerà "TASER" , la differenza è che se prima chi aveva meno non pagava l'IMU ora pagherà la TASER , ma che bello .
Colpite sempre in basso, continuate così , ma ricordatevi che colpire alle gambe può far cadere la testa e dall'alto ci si fà molto più male.
Continuiamo così Italiani, sempre più presi per il culo e sempre contenti di esserlo, fino ad oggi non era così, ma come diceva il Gaber oggi "Io non mi sento Italiano ma per fortuna o purtroppo lo sono –"

martedì 27 agosto 2013

E’ un grande SCHIFO !

 

Pronti all'attacco della Siria

Nel nome del bene, della pace e con maniere diplomatiche è lecito uccidere anche bambini indifesi, ma se qualcuno eccede nei modi e nella forma verbale, anche senza far del male, ma dicendo la verità, allora è un vero assassino.

Che ipocrisia l'esistenza umana.

Ogni guerra ha uno scopo politico ed economico, non c'è nulla di umanitario in una guerra. La scusa è sempre palesata in maniera che diventi una bandiera da difendere. La religione, la razza, oggi più che mai l’umanitarismo “Salviamo i poveri popoli costretti dai loro regimi e uccisi con gas tossici, chimici, sgozzati degli aguzzini…

E allora partiamo armati della nostra democrazia, inizialmente con velata diplomazia, poi accendendo gli animi e se non basta, creando odio mediante inganni quanto mai palesi, ma mai riconosciuti nella coscenza collettiva, quando infine la diplomazia fallisce (fallisce sempre "forzatamente") allora l'umanità si perde nell’oceano della follia.

Indipendentemente da come vadano le cose, è tutto un teatrino, nel quale pochi burattinai muovovo costantemente i fili, rendendo tutto il mondo complice di questo §chifo . :-(

Oggi tocca alla Siria, come ieri all’Afghanistan alla Libia il Libano e l’Irak, magari domani l’Egitto e poi l’Iran , la Corea e chissà chi altro. Ma quando le cosiddette canaglie saranno finite ? A chi toccherà ? Saremo noi le nuove Canaglie ?

La cosa da vedere allora è "Il finale di Finchè c'è guerra c'è speranza"

lunedì 26 agosto 2013

E andai lassù

Lassù è Monte fasce, il monte della mia infanzia e della mia giovinezza, un posto speciale che mi ha sempre rilassato, portando la mia mente verso particolari stati mentali, un posto che il solo guardarlo mi dava un senso di grazia, un posto nel quale mi sono sempre rifugiato ogni volta che ho dovuto mandare via i fantasmi dalla mia mente.

 monte Fasce immacolata 01Arcobaleno%20da%20Creto

E andai lassù …
Dove respiri l’infinito,

Lassù, dove l’universo
è intangibile e tutto è là.

Lassù, dove il verde,
non è una sfumatura del grigio di città.

Lassù, dove il verde è verde,
ed i colori sono vivi e tutto è vita.

Lassù, dove gli alberi ai lati della strada,
sorreggono la mia fragile anima immortale,

ed il mio tenue pensieroraggiunge vette più alte
e tutto è, là …

E andai lassù …
Dove limpida e chiara

si fa viva nei miei occhi la coscienza della verità
e tutta la cultura e la tecnologia viene resa inutile
dal tempo e dallo spazio.

E tutto, così, come in un lampo
scompare in un secondo,
lasciandomi solo con me stesso
e con l’unico pensiero …

…il pensiero che tutto è là e
che non c’è bisogno di spiegarlo.

giovedì 11 luglio 2013

La burocratizzazione della mia azienda

Burocrazia

Oggi 2013, lavoro in una grande azienda da ben 31 anni e da sempre sono stato fiero di contribuire con tutto l’impegno possibile a migliorarla.

Qualche anno fà dopo una crisi che ci stava portando al fallimento, un pò per gli errori di visione dei manager, un pò per la crisi mondiale del 2001, siamo stati acquisiti da un’altra azienda ancor più grande.

Dapprima sembrava buona cosa, ma col passar del tempo mi sono reso conto di non essere più incentivato a migliorare le cose, tutto ciò che era stato fatto di buono andava perdendosi e il nulla ne prendeva il posto, in nome di una globalizzazione dei sistemi nel tentativo di renderli omogenei in tutte le sedi mondiali, ma in verità per la credenza di un falso risparmio, si stà cedendo il passo alla burocratizzazione globale e sopratutto al caos.

Anche le persone più originali e creative si sono arrese a questa situazione contingente e tutto si spersonalizza per lasciare il posto al nulla ideologico.

Persone, che fino ad allora davano tutte se stesse per aiutarti nel cercare metodi di gestire al meglio i problemi, di risolvere i problemi, oggi si lasciano andare in nome del “lascia che sia”.

Anch'io, che ho sempre cercato di non cedere al potere costituito, ed ho sempre lottato per la mia piccola nicchia ideologica e per il bene comune, inizio ad essere stanco di combattere, è un muro di gomma sul quale tutto rimbalza ed il mio ferreo ottimismo inizia ad intravvedere un tunnel buio, che neppure nei momenti peggiori, del primo periodo di cassa integrazione, mobilità e incentivi sembravano portarci alla fine, erano così oscuri.

Ed oggi la storia si ripete, con più forza che mai.

Se allora il tunnel aveva una parvenza di fondo visibile, oggi mi sembra senza fondo, dove la burocrazia ed il lecchinaggio, sono gli dei da pregare nella speranza di non perdere i pochi diritti acquisiti che ci sono rimasti, diritti che vengono velocemente inghiottiti da questo neonato buco nero, pieno di futilità, di menefreghismo collettivo, il cui orizzonte degli eventi non è ben delineato e pertanto di facile attrazione.

Spero di sbagliarmi, spero che questo sia solo un momento di passaggio, spero che qualcuno, con il potere e le capacità necessarie, si renda conto che bisogna manovrare il timone verso altri lidi, perchè se così non fosse la vedo proprio brutta nel prossimo futuro.

E quindi resto nella speranza, che in un prossimo futuro non mi ritrovi in qualcosa, che oggi con l'ausilio del futuro anteriore debba essere un "Avrei Dovuto ..." cerco in me stesso l'ottimismo di ieri per poter andare avanti.

mercoledì 10 luglio 2013

Il viaggio nel tempo, l'unica esistenza possibile

viaggio nel tempo 1

Ogni tanto sento dire o leggo che i viaggi nel tempo sono impossibili, nulla di più errato,
noi come esseri umani in quanto tali viaggiamo esclusivamente nel tempo, ogni istante della nostra vita facciamo un piccolo passo nel futuro, ogni passo avanti ci porta ad un esatto momento temporale, possiamo anche tornare nel passato, con la memoria, e se siamo bravi riusciamo a rivivere momenti e situazioni, percependone ogni sfumatura di sensazione, odore, stato d'animo, viaggiamo nel tempo certo un tempo limitato, che và dalla nascita alla morte.

La cosa che mi fa male è che in questo viaggio, le preferenze sono oramai dettate dal bombardamento continuo verso il nostro cervello di desideri inutili a scapito di quella vita che tempo fà era imperniata sulla famiglia, sul risparmio ed il rispetto, rispetto per la vita, per la terra e per il nostro senso di esistenza, le cose semplici non ci bastano più e allora ci complichiamo la vita riempiendoci di oggetti del desiderio che spesso non ci servono e appena acquistati li buttiamo via.
Quanto mi manca la bottiglia da riportare al lattaio per aver indietro la caparra ...

In un sistema come quello in cui viviamo oggi, basato sulla morte, l'uomo sembra non avere nessuna possibilità di migliorare se stesso.

Ciò che conta sono solo i soldi ed il potere.

L'egoismo uccide la solidarietà, la sofferenza degli altri è seconda rispetto al mio desiderio per il nuovo oggetto del momento da acquistare.

Combiare le cose, impegnarsi nel farlo, amare il prossimo, sono solo concetti astratti utili solo sui Social, le nuove agorà del giorno d'oggi, per credere di distinguersi confondendosi nel mucchio .

Dovremmo tornare a credere nei valori ai quali credevano gli antichi, non è per nulla sbagliato voler credere in cò che non è razionale, oggi la razionalità ha preso il sopravvento e vuol farci credere che l'unica cosa reale sia la concretezza ma non è così.
Abbiamo completamente perso il senso di ciò che siamo, arroccati su un più alto piano di esistenza, ma la sua altezza non lo rende più reale o importante di quanto non sia la fantasia, l'immaginazione o il pensiero. Il pensiero la parte più astratta della nostra esistenza, quella parte che abbiamo tutti ma alla quale pensiamo sempre meno spesso. Avere un oggetto in mano, possedere qualcosa sembra allora più vero del pensiero, ma basterebbe così poco per capire quanto sia meno nostro un oggetto reale di quanto non lo sia un nostro pensiero.

La realtà la creiamo giorno per giorno noi stessi, non importa se è la creazione di qualcuno o il parto di una singolarità quantica casuale, l'importante è che parlare e leggere queste cose è meglio che farsi condizionare da quelle propinate da false cazzate quotidiane. 

Facciamo allora uno sforzo per credere nelle cose buone, per essere sempre ottimisti e per andare avanti nel tempo che ci è concesso vivere.

martedì 9 luglio 2013

Dedicato a tutti i piccoli, piccoli uomini

egoismoUmano

Sai... ci ho pensato bene,

Sei veramente un grande stronzo

Tu...

che per un piccolo atto egoistico e senza pensarci minimamente,
cerchi di fregare tutti quelli che hai attorno,
senza neppure rendertene conto,
un egoismo il tuo che non frutta...
ma riesci comunque a fare un grande danno x che quattro soldi,
probabilmente non lo fai neppure apposta,
pensi di essere nel giusto solo perche’ sei al mondo
ma... stare al mondo non e’ cio’ che conta, e’ come ci stai.

E tu ci stai veramente da grande stronzo.

Non ti rendi conto, di rendere infelice chi ti sta’ attorno
solo perche’ quel tuo piccolo istante di goduria,
qando ricavi i miseri frutti di un marcio seme che hai seminato,
un piccolo brivido ti fa’ sentire ancora di essere al mondo.

Ma non sei nulla,
solo un piccolo omino che si bea di piccole soddisfazioni,

Sai... piccolo uomo, forse ti posso comprendere,
forse ti posso anche perdonare,
ma.. nonostante cio’, per me,
rimarrai sempre un inutile e grandissimo Stronzo.

mercoledì 26 giugno 2013

Cosa è la realtà, in realtà ?

 
RealtàPropinata
 
 
Cosa è la realtà, in realtà ?

Non quella che comunemente ci viene propinata, con banale sufficienza, dai media o dalle persone che frequentiamo.

Comunque si profili una situazione viene banalizzata con comuni frasi fatte.

La realtà è molto più complessa perchè nasconde con grande semplicità i suoi misteri più reconditi.

Se ci fermiamo un momento a pensare, la realtà che conosciamo ci viene fornita dalla decodifica di impulsi percepiti dai nostri sensi
e tradotta in un linguaggio comprensibile al nostro cervello e quindi al nostro modo di pensare.

Da ciò si deduce che la realtà si trasforma in tre entità distinte:
  • La realtà oggettiva, ossia la realtà degli oggetti e delle forme, al di fuori di noi e non facilmente interpretabile.
  • La realtà sensibile, quella fisica o di trasformazione, più vicina perchè di prmo impatto per i nostri sensi.
  • La relatà soggettiva, quella che ognuno di noi percepisce ed a mio parere diversa per ogni essere vivente, ma alla quale abbiamo dato miriadi di convenzioni, che ci danno l'impressione che sia uguale per tutti, qualcosa di metafisico, una realtà quest'ultima che risulta semplice nella sua interpretazione, di inconfondibile familiarità ma proprio per questo ingannevole.
La realtà è concepibile soggettivavemnte ed oggettivamente:

La realtà soggettiva è quella che creiamo in ogni istante, comprende quindi il tempo, ma solo una parte dello spazio, uno spazio che possiamo percepire istante per istante, ma solo nei limiti dell'orizzonte dei nostri sensi. Nulla di più della misura per la quale il nostro udito, tatto e vista possono spaziare.

La realtà oggettiva è la convenzione che abbiamo sviluppato collettivamente, non ha tempo anche se glielo diamo, ma ha spazio infinito

La mia opinione è che la realtà che conosciamo sia solo una metafora di se stessa, un'illusione che ci permette di non impazzire alla ricerca di ciò che è veramente reale.

martedì 25 giugno 2013

Coscienza Digitale

CoscienzaDigitale

L’immagine e’ quella di un cielo plumbeo, con rumori ovattati dalla lenta discesa di un’asciutta ed apparentemente calda nevicata.

Il crepuscolo inoltrato era musicalmente accomapagnato da un opera di Musorgskj.

La calma che pervadeva tutto dava un senso di tranquillita’ che invadeva ogni singola cellula di ogni centimetro quadrato del tessuto epiteliale.Il momento era vita allo stato puro.

Chiunque avesse avuto la necessaria recettivita’ quella era la sera giusta per sfiorare con le dita dell’anima l’essenza del grande burattinaio, bastava semplicemente lasciarsi andare abbandonando i problemi terreni, ascoltando quella musica leggera, magari immergendosi in un buon libro o semplicemente sognando.

Un attimo e con un piccolo salto si poteva oltrepassare pie’ pari i propri sensi per trovarsi a contatto con la definizione stessa della perfezione, quasi che tutto fosse l’uno, come in uno stato di grazia, la sublimazione dell’esistenza stessa.

Tutto questo poteva essere provato, tutto questo oppure l’opposto di tutto, si, perche’ la perfezione ha un unico stato, un piccolo spostamento da questo equilibrio e nulla sarebbe stato piu’ lo stesso, una virgola di troppo avrebbe trasformato questo paradiso nel peggiore degli inferni con vene invase dal fuoco dell’orrore, la visione distorta dai colori grigi ed opachi di una tristezza infinita, la consapevolezza del nulla che attende dietro l’angolo della vita, senza la minima speranza di redenzione e neppure il desiderio di essa.

Paure, mistero e certezze si fondono assieme e si dissolvono quando nel rendersi conto del proprio crimine, della propria colpa involontaria ma ormai impregnata nella mente non dara’ mai piu’ un attimo di serenita’.

Ed era questo lo stato in cui si sentiva.

Da fuori la finestra dell’ultimo piano del grattacielo, nel buio della sera, era illuminata da una fievole luce azzurrina ravvivata di quando in quando da piccoli lampi piu’ chiari, visione classica e riconoscibile per chi ha passato gran parte della propria vita di fronte alla finestra piatta ed infinita affacciata nella linea di demarcazione tra il mondo fisico e quello delle idee, un mondo il secondo indefinibile, ma sempre piu’ parte del quotidiano, un mondo confuso tra cio’ che e’ e cio’ che non e’, il mondo dell’era digitale.

Sul muro alle spalle un’ombra, una sagoma nera sparata dall’assenza di particelle assorbite dal corpo stesso, una forma immobile da troppo tempo che non trova piu’ spazio nel mondo, in un’attesa piena di speranze, che ha perso la capacita’ di relazionarsi con gli altri e con le emozioni recise dal taglio netto di una lama invisibile.

Questo interruttore si e’ spento, per cancellare immagini dolorose e ricordi che non vuole far riecheggiare nella mente.

Questo e’ l’uomo di oggi, dell’era dei computer, una cozzaglia di nulla, con enormi potenzialita’ inespresse.

L’unico modo di salvarsi, e’ quello di uscire dallo stato di veglia, cercando di mantenere i nuovi legami elettronici, spostando anche pero’ la sua attenzione fuori dalle gabbie dorate di visioni fantastiche che il nuovo mondo ci ha creato.

Ma solo chi ha vissuto il passaggio può liberarsi, gli altri, quelli che ci sono nati, vi sono imprigionati ed invischiati, come in una palude, che li soffoca rendendoli schiavi.

domenica 23 giugno 2013

APPROFITTATORI !

Nella vita c’è chi risolve i problemi, ma quando i problemi non sono visibili perché non pubblicizzati a dovere il risultato è che chi vive di riflesso alle soluzioni vive bene.

Chi vola più in alto naturalmente vede solo le grandi autostrade, mentre i piccoli sentieri gli rimangono invisibili, ma sono questi che per il loro gran numero portano a rendere grandi gli afflussi autostradali.

Così come il mare esiste solo perché i grandi fiumi riversano le loro acque in esso, ma solo perché i piccoli e infiniti ruscelli li alimentano continuamente.

Quindi chi si occupa costantemente di quell’infinità di piccoli problemi lo fà nell'intento di evitare che si creino più avanti problemi molto più grandi e quindi per tornare all’analogia precedente, per cercare di non rendere arida la terra.

Tutto ciò naturalmente fa splendere di più le stelle che ci circondano, ma per chi guarda meglio non vede stelle ma lune che brillano di luce riflessa e quando volgeremo le nostre fievoli luci altrove le presunte stelle smetteranno di brillare.

E’ vero che chi ha grandi capacità deve sempre dare il massimo, un contributo importante per la collettività, ma chi può dire cosa succederebbe se per contribuire in maniera diversa e volando più alto, non si vada a perdere qualcosa di più importante, cui forse altri al loro posto non potrebbero mai supplire.

Ma sempre è stato e sempre sarà, il verbo è la forza che vince su tutto, la parola è la forza più grande di tutte, dire, parlare, discutere sono da sempre atti ipnotizzanti per chiunque, la forza motrice di tutte le convinzioni e nessuno farà mai di più nel concreto di quanto faccia chi dice di fare qualcosa.

Sensi Virtuali

sensiVirtuali

Come mi piacerebbe poter trattenere dentro me certe sensazioni.

Quelle che vengono evocate dai ricordi indefinibili ma reali.
Non sono immagini per come le vediamo con la mente,
ma immagini emotive, di quelle che si sentono col cuore,
pregne di odori, profumi, colori e tutti gli ingredienti che creano la realtà.

Una realtà che fu un tempo e che oggi è presente solo nella memoria.

Un accumulo di emozioni, messe da parte in un angolino segreto
a dispensa per momenti futuri, quando c'è la necessità di ritrovare serenità.

A volte escono da sole esplodendo per reazione ad uno stimolo inconscio,
a volte vengono ricercate e purtroppo a volte non trovate.

Ma quando arrivano, è un esplosione di grazia per la quale ringrazio Dio,
non sò cosa le stimoli esattamente, mi piacerebbe saperlo per poterle evocare a piacimento,
specie quando ne sento il bisogno.

Forse il dolore, la mancanza, il distacco,
altre sensazioni insomma sono la ragione che scatena la giusta chimica provocatrice,
la causa.

Mi sfugge però il meccanismo che lega la chimica alla psicologia,
ma forse è meglio così perchè conoscerne i dettagli potrebbe rovinarne la magia.

Perchè Io ?

perchèIo

Chi sono io ?

Tutto ciò che mi sento addosso, ciò che comprendo nei confini dei miei spazi,

la carne, gli organi,

l'aria che mi invade, entra in me per poi uscire ed entrare in altri,

Il sudore che evaporando diventa poi acqua che altri berranno

Un momento prima fanno parte di me,

un momento dopo diventano parte integrante di altri Io.

Chi sono Io quindi ?

Io sono gli altri e gli altri sono me

Quando tutti prenderemo coscienza di ciò potremo essere definiti umani.

sabato 8 giugno 2013

Presa di coscienza

specchi infiniti

(A volte la comprensione è un concetto difficile da digerire, si crede di sapere qualcosa che solo alla fine risulta chiaro)


Immagina una persona che inizia a leggere un libro

e mentre legge, inizia a rendersi conto,

che tra le parole scritte, viene raffigurata una persona,

che stà leggendo un libro a sua volta

Della stessa corporatura del primo lettore, 

dello stesso sesso, 

stesso modo di pensare

e che proprio in questo istante smette di leggere !!!

L’albergo

Hotel California

(Reinterpretazione personale della canzone “Hotel California” HEAGLES 1976)

Benvenuto.

Ora le diamo una camera, la più bella o la più brutta, è casuale... ma può migliorare o peggiorare.

Dipende da lei, ma anche dal caso.

Lei comunque può usarla come meglio crede, ma in questo albergo non ci sono servizi di pulizia, tutto dipende dagli inquilini.

Lo stato delle camere che possono essere pulite o sporche dipende da voi, chi prenderà dopo di voi la camere la troverà come l'avrete lasciata, perfetta o meno.

In questo albergo non ci può stare per sempre, prima i poi il padrone bussa e ci invita ad uscire, in fondo è tutto gratuito, non necessario nè richiesto.

Solo una cosa, quando lascerà la camera si ricordi di lasciare sul letto la sua vita, fuori di qui non ne avrà bisogno.

Eccomi a me

Tempo2

Tempo,
che nel tuo infinito avanzare hai incontrato me,
con me scorri una parte finita senza che io ti possa comprendere,
immagino qualcosa di reale, ma impossibile da provare,
per questo ogni essere è egocentrico,
e pensa al proprio tempo come unico e di tutti,
non esiste il passato e neppure il futuro ma solo il presente,
che conferma l'irrealtà del tempo stesso,
una convenzione, un concetto astratto,
che ci deve far riflettere su tutte quelle futili banalità,
che rendono la vita confusa e noiosa,
e ci deve dare la forza di eliminarle
per ritrovare un corretto equilibrio tra l'universo e noi stessi.

Come vorrei che le parole esprimessero qualcosa di più del loro semplice significato
e che l'assordante rumore del silenzio, venisse rotto anche in quegli squallidi vicoli
in cui un bambino che muore non deve disturbare gli adulti con le sue grida.

Ma che vita è, se contornata da incubi che ti assalgono anche quando sei sveglio.
Ma che vita è, quando gli altri ti calpestano per i loro stupidi interessi
ed i loro giochi di potere.

Così cerchi di scappare lontano, magari dove non conosci nessuno,
ma poi ti accorgi che è una scalata impossibile
perché quando arrivi in cima ti trovi alla base di una nuova insormontabile montagna.

Chissà se ci sarà mai un domani diverso.

mercoledì 5 giugno 2013

Lettera ai miei figli

 
valefede
 
Io devo ringraziarvi

Si, perché finalmente riesco ad intravedere l’universo che ho sempre saputo esistere in me ma nel quale non sono mai riuscito a penetrare.

Una terra ancora molto arida ma che col vostro aiuto stò comprendendo come irrigare per renderla fertile.

Voi siete la chiave della porta che mi fa accedere a questo universo.
Ho intrapreso questo difficile cammino verso un’ ulteriore verità grazie alla dolcezza che i vostri occhi riescono ad imprimere alle vostre parole ed è grazie ai vostri rumorosissimi silenzi carichi di significato che scopro giorno per giorno un nuovo aspetto della realtà, rendendomi conto che essa non è che un aspetto di qualcosa di più grande, che non fa parte del mondo in cui comunemente viviamo, bensì di una parte interna a noi e che normalmente non vediamo.

Ogni istante della mia vita è sempre stato carico di studi introspettivi ed ogni periodo è stato caratterizzato da qualcuno molto importante per me, qualcuno che ho amato.
Oggi a queste persone vi siete aggiunti, questo stimolo, questa forza siete Voi !

È imperativo che non ci sia un modo diverso per proseguire lungo la via per me, ogni cosa accade perché deve accadere ed ogni attimo della vita di ognuno di noi non può essere diverso da ciò che è.

Può darsi che sia sbagliata la strada che si sceglie ad ogni bivio ma poiché il tempo è unidirezionale quando la si intraprende non la si può lasciare fino al prossimo bivio, nel frattempo è giusto guardarsi attorno e apprendere tutto ciò che può darci qualcosa, che mai più avremo l’occasione di cogliere, mai guardare indietro per recriminare, ma solo per ricordare che i fiori non colti appassiscono lo stesso.

Voi siete ciò che mi dà la concentrazione necessaria perché la mia immaginazione possa creare dei sistemi ridondanti che stimolano la produzione delle droghe naturali, che mi permettono di chiarire tutto quello che mi può rendere e far sentire ogni giorni diverso, forse migliore di ieri.

Voi mi potete aiutare oggi perché mi tenete in questa continua condizione.
Ogni giorno una nuova scoperta mi apre la mente a nuovi orizzonti forse è così che ci si sente secondo tutte le varie filosofie orientali che ti portano nel Nirvana o in stati di allucinazione metafisica, non lo so ma so che mi fa sentire bene e questo è quanto.

Forse Voi non riuscite a comprendere appieno questo mio modo di vedere il mondo o il mio comportamento, ma so che non lo giudicate perché siete intelligentemente aperta alla vita, ed è questo, assieme alla Vostra curiosità che vi rende diversi dagli altri ai miei occhi, forse mi reputate un pò matto e forse lo sono veramente, ma è questo il punto,essere diversi non far parte del solito qualunquistico pensiero nel quale tutti credono di essere alternativi, originali solo comportandosi dozzinalmente.

Io so che Voi nella silenziosa titubanza in cui vi chiudete in realtà la pensate come me, so che vi domanderete se è normale essere come siete, forse avete anche paura che la Vostra situazione sia in contrasto con questo modo di vedere il mondo, ma credetemi il mondo vive nel contrasto, come la luce non esiste senza il buio e di ciò non se ne fa una colpa, come il bene si fonde nel male e senza il quale non avrebbe senso.

So tutto quello che provate e lo capisco ci sono già passato, in qualche modo lo condivido, ed è perciò che non insisto mai nel farvi dire ciò che non volete dire ma che credo già di sapere, siamo troppo simili ed è nella similitudine che si fondono le energie e la vita si completa.

Posso solo continuare a sperare che non muoia in voi quella voglia di ricerca che è l’unica cosa che tiene viva l’essenza umana che è poi l’unica vera cosa seria in questo grande gioco.

Grazie, grazie ancora per gli stimoli, le emozioni, le sensazioni ed i sentimenti che suscitate in me, sono sicuro che in qualche modo vengano in parte riflessi in Voi come può fare uno specchio.

L’unica cosa che mi dispiace è che non riesca a forvi capire velocemente tutto ciò che vorrei, ma col tempo cercherò di dirvelo .

Lettera ai miei figli

 
valefede
 
Io devo ringraziarvi

Si, perché finalmente riesco ad intravedere l’universo che ho sempre saputo esistere in me ma nel quale non sono mai riuscito a penetrare.

Una terra ancora molto arida ma che col vostro aiuto stò comprendendo come irrigare per renderla fertile.

Voi siete la chiave della porta che mi fa accedere a questo universo.
Ho intrapreso questo difficile cammino verso un’ ulteriore verità grazie alla dolcezza che i vostri occhi riescono ad imprimere alle vostre parole ed è grazie ai vostri rumorosissimi silenzi carichi di significato che scopro giorno per giorno un nuovo aspetto della realtà, rendendomi conto che essa non è che un aspetto di qualcosa di più grande, che non fa parte del mondo in cui comunemente viviamo, bensì di una parte interna a noi e che normalmente non vediamo.

Ogni istante della mia vita è sempre stato carico di studi introspettivi ed ogni periodo è stato caratterizzato da qualcuno molto importante per me, qualcuno che ho amato.
Oggi a queste persone vi siete aggiunti, questo stimolo, questa forza siete Voi !

È imperativo che non ci sia un modo diverso per proseguire lungo la via per me, ogni cosa accade perché deve accadere ed ogni attimo della vita di ognuno di noi non può essere diverso da ciò che è.

Può darsi che sia sbagliata la strada che si sceglie ad ogni bivio ma poiché il tempo è unidirezionale quando la si intraprende non la si può lasciare fino al prossimo bivio, nel frattempo è giusto guardarsi attorno e apprendere tutto ciò che può darci qualcosa, che mai più avremo l’occasione di cogliere, mai guardare indietro per recriminare, ma solo per ricordare che i fiori non colti appassiscono lo stesso.

Voi siete ciò che mi dà la concentrazione necessaria perché la mia immaginazione possa creare dei sistemi ridondanti che stimolano la produzione delle droghe naturali, che mi permettono di chiarire tutto quello che mi può rendere e far sentire ogni giorni diverso, forse migliore di ieri.

Voi mi potete aiutare oggi perché mi tenete in questa continua condizione.
Ogni giorno una nuova scoperta mi apre la mente a nuovi orizzonti forse è così che ci si sente secondo tutte le varie filosofie orientali che ti portano nel Nirvana o in stati di allucinazione metafisica, non lo so ma so che mi fa sentire bene e questo è quanto.

Forse Voi non riuscite a comprendere appieno questo mio modo di vedere il mondo o il mio comportamento, ma so che non lo giudicate perché siete intelligentemente aperta alla vita, ed è questo, assieme alla Vostra curiosità che vi rende diversi dagli altri ai miei occhi, forse mi reputate un pò matto e forse lo sono veramente, ma è questo il punto,essere diversi non far parte del solito qualunquistico pensiero nel quale tutti credono di essere alternativi, originali solo comportandosi dozzinalmente.

Io so che Voi nella silenziosa titubanza in cui vi chiudete in realtà la pensate come me, so che vi domanderete se è normale essere come siete, forse avete anche paura che la Vostra situazione sia in contrasto con questo modo di vedere il mondo, ma credetemi il mondo vive nel contrasto, come la luce non esiste senza il buio e di ciò non se ne fa una colpa, come il bene si fonde nel male e senza il quale non avrebbe senso.

So tutto quello che provate e lo capisco ci sono già passato, in qualche modo lo condivido, ed è perciò che non insisto mai nel farvi dire ciò che non volete dire ma che credo già di sapere, siamo troppo simili ed è nella similitudine che si fondono le energie e la vita si completa.

Posso solo continuare a sperare che non muoia in voi quella voglia di ricerca che è l’unica cosa che tiene viva l’essenza umana che è poi l’unica vera cosa seria in questo grande gioco.

Grazie, grazie ancora per gli stimoli, le emozioni, le sensazioni ed i sentimenti che suscitate in me, sono sicuro che in qualche modo vengano in parte riflessi in Voi come può fare uno specchio.

L’unica cosa che mi dispiace è che non riesca a forvi capire velocemente tutto ciò che vorrei, ma col tempo cercherò di dirvelo .

sabato 18 maggio 2013

Risposte


senza risposteBisogna essere pronti,
A cosa ?
A dare risposte.
Metti che un giorno quando i tuoi figli ti prenderanno da parte e come sempre accade tra genitori e figli, ti guarderanno con quell’aria innocente (anche se l’unica innocenza che potranno professare sarà quella di non averti ancora ucciso come sempre più spesso accade in questi tempi ), beh mettiamo che vi stiano guardando con la bocca che si stà per schiudere in uno dei suoi soliti perchè?
Allora in quel momento tu vorresti essere rapito da una di quelle fortuite telefonate così inopportune, da non arrivare mai al momento giusto, una telefonata inutile quanto noiosa, ma altrettanto capace di farti eludere la sorveglianza che tuo figlio tiene costantemente piazzata sulla tua presunta intelligenza, o peggio, sulla tua professata cultura, si peggio, perchè l’intelligenza è più sfuggevole e contorta da provare, di una cultura che o ce l’hai o ti ci perdi dentro.
Lui sà sempre quando il tempo è maturo e non perderà l’occasione di metterti in imbarazzo, troverà il modo di darti la mazzata in maniera così sottile che nemmeno ti accorgerai di quanto profondamente ti avrà colpito e tu lì, nel tuo attimo infinito a pensare, “e ora ? come faccio a spiegare qualcosa che non ho mai capito neppure io.”
Nella merda, l’unico pensiero che hai è questo, “ sono nella merda “, e nulla e nessuno allungherà mai una mono in quella merda per tirarti fuori, perchè è stupido sporcarsi sapendo di non poter risolvere il problema, e tu povero sfigato del momento, continui a dibatterti, sapendo di riuscire al massimo di confondere le idee oltre che a te stesso, anche a quei poveri stronzetti alto poco più di un metro, che nel frattempo con quei musetti attenti nasconderanno la consapevolezza di una risata, impressa nel loro profondo, il ‘SÈ che tu non puoi vedere ma che sai di subire senza poterci fare nulla.
Quindi, capisci che in qualche modo bisogna prepararsi a tutto ciò, a questa guerra psicologica che lui per natura vincerebbe in partenza e tu per cultura sei pronto a perdere, una guerra che non serve alla pratica della vita, ma solo al risveglio dell’essenza di ognuno di noi, per poter ritrovare la forza ed il coraggio di andare avanti in quella che è già di per se una sconfitta totale, ma che non lo si deve mai ammettere se non si vuole cadere prima del tempo.
Perciò bisogna trovare delle risposte, magari assurde, forse impossibili o anche realistiche per quanto possa rivelarsi al nostro concetto, non per questo credendoci, nè ammettendo per forza la loro verità, solo, sperando in esse un pò per i nostri figli ma sopratutto per noi stessi.
Così elaboriamo queste risposte, cerchiamo dentro e fuori ci facciamo aiutare dal povero pazzo che ci rende umani, ed iniziamo a tirare fuori le parole che nel loro formarsi ed accodarsi le une alle altre si portano dietro un insieme di forme astratte, d’immagini colorate da onomatopeiche forme verbali, piene di significati veri o falsi, suoni che per quanto logici o verosimili si mischiano in un rumore di fondo presente da sempre nell’infinito, ma che rimane inascoltato non perchè inutile ma solo difficile da decifrare per le nostre fragili menti, così piene di un nulla troppo importante ai nostri occhi e così vuoto delle verità che dovremmo conoscere, o forse al contrario così piene di utilissime e necessarie false realtà.
Quiete, è questo che cerchiamo nel nostro vagare con la mente, qualcosa che ci permetta di accettare la nostra situazione, noi specie virus di una natura perfetta, noi moltiplicatori coscienti di noi stessi, consapevoli di creare una futura morte nell’attimo stesso in cui creiamo la vita.
Le altre specie non hanno colpa ma noi si, forse una colpa quasi determinata da qualcosa che stà si dentro di noi ma di noi fa parte solo in senso lato, quante volte possiamo determinare i nostri pensieri, per lo più sgorgano da soli come da una sorgente d’acqua inanimata, insieme di concetti già composti ed elaborati, nel tempo da altre sorgenti e da altre e altre ancora, in un moto perpetuo e meccanicistico in cui l’anima non è che il risultato di una somma, il contenitore, il mare cui fluiscono l’insieme di tutte quelle acque di sorgente.
Allora rivolgendo lo sguardo laddove il pensiero raggiunge il più alto dei suoi voli, ci si domanda quanto ci sia di noi in quel mare infinito e quieto che dovrebbe rispecchiare la nostra anima.
Ma è solo...
.. L Illusione di esistere
Presente, passato, futuro, materia, sensazioni.
Altro non sono che concetti formulati da numeri e la realtà è solo il frutto di frequenze che oscillano ballando sui nostri sensi ed in essi trasformandosi in quelle forme astratte che noi cataloghiamo come fossero naturali e banali stati esistenziali.
Non analizziamo quasi mai queste illusioni, più per paura che per consapevolezza, nella fievole speranza di non accorgerci mai che la verità può essere svelata, essa è dentro di noi, fa parte di quegli stessi stati di livello inconscio che possono trovare spazio nei nostri sogni.
Non vogliamo vivere la realtà ma fingendo di esserne parte ci atteggiamo ad esserne giocatori esterni, inconsciamente falsi “dei” per poter avere una chance, un numero vincente nella lotteria universale.
Non vogliamo scendere dalla giostra ma mandiamo avanti lo spettacolo tenendo ben chiuso il palmo della mano per non perdere quel pugno di mosche che noi fieri spacciamo per verità assolute.
Forse tutto questo è bene, per non perdere quel poco di finzione che ci rende umani bisogna tenersi stretti alla logica alla matematica ed a tutto quello che ci permette di credere a qualcosa di definito, di preconcetto, altrimenti forse si sgretolerebbe di fronte ai nostri occhi la realtà come un castello di carte in una bufera e tutto potrebbe apparirci meno stabile, la sicurezza assurda che ci pervade altro non sarebbe che il ricordo sfuocato di qualcosa che definiremmo come un sogno.
Questo forse è quello che succede a chi ha perso il senno, rifugiandosi nella propria essenza e tagliando i ponti con l’esterno, il cosiddetto pazzo.
Forse è proprio così o forse siamo solo noi che cerchiamo di considerarci normali in un mondo in cui la realtà è così pazza da aver creato l’uomo.
È così difficile non perdersi, tenere sempre contemporaneamente presente il nostro senso di ricerca e la nostra quotidianità.
Per chi è oramai dalla parte del non ritorno non c’è problema, la quotidianità non esiste più e solo il volo è presente come unica realtà di cui ci deve preoccupare, ci si è lasciati andare da tempo e forse non si ha nemmeno più un biglietto per tornare.
Per gli altri non c’è problema perchè questa ricerca non gli è mai passata per la testa ed il loro nido culturale gli scalda le piume, croggiolandoli nel brodo dell’ignoranza, forse anche questo è uno stato di pace.
Per noi che cerchiamo di stare con tutti e due i piedi sulla linea di demarcazione dei due stati non c’è possibilità di errore, un solo minimo sbandamento potrebbe farci cadere e da queste altezze potremmo farci molto male, del resto anche restando completamente immobili non avremmo quei contatti così necessari che regolano la quotidianità necessaria ad una cosiddetta “normale” esistenza comune.

Dimensioni superiori

Dimensioni

In epoca moderna lo stesso paragone è stato rivisto rovesciando la logica, in un metodo più semplice da perseguire.

Siccome innalzarsi verso un piano superiore necessità di un aiuto superiore esterno a noi stessi.

Come potrebbe infatti il personaggio incatenato a liberarsi dalle catene, ma soprattutto di poterlo e doverlo fare ? come potrebbero i lavoratori auto-istruirsi per comprendere il loro stato sociale ?

Solo con qualcuno più evoluto di loro.

Allora si può invece scendere ad un livello più basso e comprendere da laggiù ciò che succede più in alto, in quanto già ci lo si è compreso.

Un grande filosofo della realtà ha espresso il seguente concetto per dare consistenza a questa logica.

Per dare ad un essere tridimensionale la possibiltà di intuire, o immaginare (pur non potendo comprendere realmente) una quarta dimensione bisogna partire da dimensioni inferiori.

Immaginiamo geometricamente quindi, un essere bidimensionale, “un quadrato consapevole di se”, che viva su un piano di spessore uguale a zero.

Immaginiamo inoltre che un essere tridimensionale “una sfera” altrettanto consapevole che sorvoli lo spazio esistenziale del quadrato.

In questa situazione il quadrato non potrebbe vedere nulla della sfera.

Nel momento in cui la sfera scendendo, attraversasse il piano del quadrato, quest’ultimo vedrebbe apparire dal nulla un punto, che via via diventerebbe ai suo occhi una linea sempre più larga fino a ritirarsi in un altro punto scomparendo infine nel nulla.

Cosa penserebbe il quadrato non avendo mai visto un simile effetto ?

Immaginerebbe di aver avuto la visione di qualcosa di inspiegabile e del tutto fuori dalla sua comprensione.

Allo stesso modo si può immaginare che la sfera dall’alto avrebbe una visione degli esseri bidimensionali molto più ampia di loro stessi, in quanto vedrebbe non solo i loro confini ma anche il loro interno, dentro e fuori contemporaneamente.

Così utilizzando questa logica, possiamo intuire o meglio immaginare cosa un essere quadrimensionale potrebbe percepire di noi esseri tridimensionali, esterno ed interno contemporaneamente, è solo un esempio immaginario ma dà l’idea di ciò si intende per visione superiore.

Inoltre se ci pensiamo bene noi esseri umani abbiamo la capacità di vedere con gli occhi della mente ad esempio nello stesso tempo la nostra casa dall’esterno e dall’interno, questo potrebbe significare che il nostro cervello abbia la capacità di vedere dimensioni superiori, oggi magari è troppo presto ma forse in futuro potremo andare oltre e comprendere moto di più sulla questione.

sabato 20 aprile 2013

Interpretazione personale del “paragone della Caverna” (di Platone)



Il racconto originale è una metafora inventata da Platone per spiegare l’impossibilità di comprendere il proprio piano esistenziale e quelli superiori se non salendo a piani superiori.
Altri hanno ripreso tale concetto sovvertendone le dinamiche, ad esempio poichè comprendere uno stato dimensionale superiore, esistendo in un piano inferiore non è possibile, si deve scendere ad un livello più basso del proprio per comprendere il proprio, infatti solo evidenziando le difficoltà di comprensione di qualcosa di cui si è già pienamente consapevoli si possono intuire pur senza comprenderle le realtà cui non si può aver accesso.
Platone diceva, immagina degli esseri che stanno incatenati dalla nascita in una caverna e rivolti verso una parete, senza la possibilità di muoversi, con alle loro spalle l’uscita.
Cosa possono comprendere di loro stessi e del mondo che li circonda ?
Vedendo solo l’ombra di se stessi impressa dalla luce esterna sulla parete della caverna immaginano di essere delle ombre sul muro, sentono voci e capiscono di non essere soli, ma ci sono solo altre ombre sul muro.
Ecco questo è il loro piano esistenziale e non hanno alcun modo di capirne di superiori.
Solo se uno di essi viene liberato e portato all’esterno può comprendere ciò che stà oltre quel piano, solo in questo modo può superare le barriere mentali.
Molto più recentemente questo racconto è stato utilizzato per descrivere la coscienza di classe, ossia la capacità di comprendere il proprio stato sociale da parte dei lavoratori.
Un lavoratore doveva essere quindi indottrinato per dargli coscienza del suo stato in quanto fino ad allora non si sarebbe mai liberato dai soprusi dei suoi padroni.
Solo dopo la presa di coscienza avrebbe potuto diventare libero di scegliere se continuare a farsi sfruttare oppure reagire.
Per quanto mi riguarda il “Paragone” l’ho ripreso scrivendo i seguenti versi.


                                                                Dentro alla caverna

Dentro alla caverna guardi intorno,
verso il buio con le pupille dilatate.
E la luce alle tue spalle esalta la tua figura,
non sei solo su quelle pareti.

Ti accompagnano altre ombre,
ma quando cerchi di toccarle,
ti accorgi della loro immaterialità.

Tutti insieme a seguire il disegno,
ognuno nella propria bolla di sapone,

Tutti sicuri della propria verità,
rinchiusa in una grande e personale bugia.

Sulle pareti non scende la lacrima
che senti uscire dai tuoi occhi.

È questo forse il motivo per cui,
non ti preoccupi di rivolgerli verso la luce.
Dimensioni superiori


In epoca moderna lo stesso paragone è stato rivisto rovesciando la logica, in un metodo più semplice da perseguire.


Siccome innalzarsi verso un piano superiore necessità di un aiuto superiore esterno a noi stessi.

Come potrebbe infatti il personaggio incatenato a liberarsi dalle catene, ma soprattutto di poterlo e doverlo fare ? come potrebbero i lavoratori auto-istruirsi per comprendere il loro stato sociale ?

Solo con qualcuno più evoluto di loro.

Allora si può invece scendere ad un livello più basso e comprendere da laggiù ciò che succede più in alto, in quanto già ci lo si è compreso.
Un grande filosofo della realtà ha espresso il seguente concetto per dare consistenza a questa logica.

Per dare ad un essere tridimensionale la possibiltà di intuire, o immaginare (pur non potendo comprendere realmente) una quarta dimensione bisogna partire da dimensioni inferiori.

Immaginiamo geometricamente quindi, un essere bidimensionale, “un quadrato consapevole di se”, che viva su un piano di spessore uguale a zero.

Immaginiamo inoltre che un essere tridimensionale “una sfera” altrettanto consapevole che sorvoli lo spazio esistenziale del quadrato.

In questa situazione il quadrato non potrebbe vedere nulla della sfera.

Nel momento in cui la sfera scendendo, attraversasse il piano del quadrato, quest’ultimo vedrebbe apparire dal nulla un punto, che via via diventerebbe ai suo occhi una linea sempre più larga fino a ritirarsi in un altro punto scomparendo infine nel nulla.

Cosa penserebbe il quadrato non avendo mai visto un simile effetto ?

Immaginerebbe di aver avuto la visione di qualcosa di inspiegabile e del tutto fuori dalla sua comprensione.

Allo stesso modo si può immaginare che la sfera dall’alto avrebbe una visione degli esseri bidimensionali molto più ampia di loro stessi, in quanto vedrebbe non solo i loro confini ma anche il loro interno, dentro e fuori contemporaneamente.

Così utilizzando questa logica, possiamo intuire o meglio immaginare cosa un essere quadrimensionale potrebbe percepire di noi esseri tridimensionali, esterno ed interno contemporaneamente, è solo un esempio immaginario ma dà l’idea di ciò si intende per visione superiore.

Inoltre se ci pensiamo bene noi esseri umani abbiamo la capacità di vedere con gli occhi della mente ad esempio nello stesso tempo la nostra casa dall’esterno e dall’interno, questo potrebbe significare che il nostro cervello abbia la capacità di vedere dimensioni superiori, oggi magari è troppo presto ma forse in futuro potremo andare oltre e comprendere moto di più sulla questione.

Pensieri stonati

pensieriStonati

Questa prima parte è un pensiero che non ho formulato nei termini in cui è stato scritto ma lo sento mio poiché lo sostengo ogni giorno nel mio comportamento o almeno così credo e mi ha dato spunto per scrivere quel che segue nella seconda parte .

Quando avremo raggiunto una buona integrazione delle nostra personalità, quando le emozioni non ci manderanno più in tilt, ma sapremo come canalizzarle a seconda delle circostanze, quando sapremo non farci più condizionare dalle opinioni altrui, ma useremo attivamente e autonomamente la facoltà del pensiero e del giudizio critico, quando sapremo rispettare le esigenze del nostro organismo e saremo attenti ai suoi messaggi, senza più dover delegare la nostra salute ad altri, quando conosceremo a fondo il meccanismo dell'intuizione e potremo avvalerci di uno strumento in più ogni qualvolta saremo di fronte ad una scelta, quando avremo avuto il coraggio di guardare in faccia anche ciò che di noi stessi non ci piace o non accettiamo e non avremo più bisogno di buttare addosso ad altri il peso di errori o limiti che sono essenzialmente nostri, quando sapremo cogliere ogni situazione nella sua unicità e nel suo divenire, imparando ad intervenire nel modo più congruente ed efficace, e quando sapremo cogliere nel mistero di un fiore che sboccia il richiamo di leggi forse più grandi di noi, e manterremo il nostro spirito aperto e disposto ad accogliere realtà e conoscenze sempre nuove... ecco che allora avremo raggiunto la meta propria dell'Homo Sapiens, e potremo finalmente cominciare a vivere bene. Non sarà che l'inizio.

Ma chi sono io realmente? Qual' è quell'Io che sarebbe venuto fuori - e che ancora può venire fuori - se io facessi veramente attenzione a tutto ciò che si muove dentro di me? Se io osassi dare voce e spazio a quelle parti ancora nascoste? Qual' è quell'io che si cela dietro potenzialità ancora inespresse o addirittura sconosciute, dietro sogni mai presi sul serio, desideri mai ammessi o ideali non seguiti? Quanto ancora potrei dare a me stesso, e potrei dare agli altri e alla vita se diventassi capace di sviluppare appieno ciò che posso essere?

Quello che segue è frutta del mio sacco ed è scritto al femminile perchè non rivolto direttamente ad un essere umano ma ad una mente in generale …

Chissà se capirai pienamente ciò che cerco di esprimere in questo mio sfogo di pensieri, “a volte è difficile anche per me”, altre volte penso di essere un pò matto, ma ora che ho trovato un’altra mente aperta, cosa molto difficile in questo mare di consuetudini, di convenzioni ed in particolare di falsità, ebbene ora cerco di non farmela scappare, cerco di darle qualcosa di mio costringendola così a farmi regalare qualcosa di cui Lei è in possesso e che mi possa far maturare ulteriormente, nel viaggio infinito della vita.

Sai, ciò che ti chiedo è un semplice sforzo nel cercare di mettere ordine nelle mie parole cosicché ciò che con molta fatica cerco di esprimere ti si possa chiarire in un immagine che ti renda l’ idea di ciò che sono o meglio ciò che tento di essere, mettimi a fuoco.

Forse questo sforzo ti sembrerà inutile, perché credi di conoscermi già e magari anche molto bene, ma occhio, ogni giorno, se stai attenta a ciò che ti circonda, ti accorgi che tutto si trasforma e con esso il tuo modo di pensare, ed in quel preciso istante scopri un pò di te stessa, quella parte che ancora non avevi neppure intravisto, quella parte che ti fa sentire diversa da prima, dagli altri, quella parte ti rende speciale, perché è proprio la capacità di modificare il proprio modo di pensare che ci dà la possibilità di avere un pensiero almeno in parte nostro e non dettato totalmente dalle idee altrui.

La domanda è : tutto ciò è utile e può servire a chi ha già realizzato tutto quello che importa nella vita, una famiglia dei figli, un lavoro (anche se non molto gratificante). La risposta è intrinseca all’interno di altre risposte :

Siamo veramente realizzati, tutto ciò che cerchiamo è quello che abbiamo cercato trovato ed avuto ?

Non è che un momento la vita, un momento che andrebbe vissuto il più intensamente possibile, goderla in ogni sua parte e capirla, ma non con superficialità, bensì con coscienza, ascoltando con attenzione quello che ha da dirti, prima con il cuore per gustarne il nettare poi con la mente per apprendere pienamente i suoi segreti e poter dire, Dio esiste ma non perché me l’hanno detto, perché l’ho visto dentro me stessa e dentro agli occhi di chi ho di fronte.

Dio non può essere semplicemente ciò che viene tramandato dalle varie religioni, siamo noi i Profeti della vita e Dio è la vita. Dio siamo noi nel momento in cui proviamo la felicità mentre sprizziamo energia attraverso un sorriso. Non aver paura di amare, non nasconderti dietro questa paura. Posso capire quanto sia difficile per te, se ciò che penso è vero molto più di quanto lo sia per me. Per me è difficile invece starmene zitto non dire ciò che sento dentro, ciò che provo in particolari momenti. Mi è difficile anche dire queste cose nella consapevolezza di una situazione difficile, nella chiara sensazione che prova il detenuto di un carcere con le sbarre volte su un collegio femminile. È difficile lo ammetto, ma per me sarebbe molto più difficile il contrario. Quando non hai qualcosa che ha un altro e non lo sai puoi farne a meno, ma se assaggi un dolce veramente gustoso quando non puoi averlo più, allora stai male veramente. Comunque io scrivo per dare ad altri l’opportunità di capire anche se vagamente la mia realtà, forse l’unico modo per rendere l’idea di ciò è per me dovrei trasformare queste parole in musica, in una melodia le cui note armonizzate nel giusto modo danno quelle sensazioni che fanno venire i brividi alla schiena mettendoti in testa quella voglia di cantare, di lasciarsi andare.

Questo è solo una piccola parte di ciò che vorrei dire, ma sono pochi i momenti in cui ci si trova in stati mentali ispirati e le parole scivolano sulle dita. Non siamo mai maturi, non finchè non troveremo la pace nelle nostre azioni, una pace che provenga dal nostro io e non da un "hai fatto ciò che era giusto", perché non esiste ciò che è giusto e ciò che è sbagliato ma ciò che io ritengo giusto e che tu riterrai alla tua maniera.

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