mercoledì 20 ottobre 2010

L’indispensabilità

 

Spesso mi sento dire, che "tutti siamo utili e nessuno è indispensabile !",
E' una cosa che mi viene detta spesso, da persone che a mio avviso, non solo non le ritengo indispensabili, ma neppure utili, per lo più DANNOSE.

Cosa vuol dire essere indispensabili, e sopra tutto per chi ?

Credo che l'indispensabilità di ognuno di noi la si possa collocare e definire solo all'interno del contesto in cui vive ed opera.

Non si può fare l'affermazione di cui sopra, senza prima deciderne i limiti.

Ad esempio all'interno del limite dell'assoluto, non esiste nulla e nessuno di indispensabile.

Mi spiego : L'uomo non è indispensabile per la terra, così come la terra non è indispensabile per l'universo e l'universo non lo è per l'esistenza.

Mentre se scendiamo nel limite della coscienza umana e quindi del relativo, le cose cambiano e diventano più indefinite.

Se ad esempio prendiamo i lavoratori in genere si dice che nessuno sia indispensabile e che chiunque sia sostituibile,io non credo a questo in maniera così categorica.

Se fosse così tutti saprebbero fare tutto e non ci sarebbero spazi per meritocrazie che per altro non sempre si affacciano sul mare dell'onestà.

Per fare un esempio pratico stringiamo ancora un pò i limiti :

Prendiamo un lavoratore che esegue qualcosa, che magari per sue capacità lo rende indispensabile al proprio superiore.
ecco che per il suo superiore lo reputa indispensabile, in quanto gli dà la possibilità di fare bella figura magari con i dirigenti.

Ma se quel superiore nonostante la bella figura, per i dirigenti non sia indispensabile, magari perchè quel che presenta
come lavoro suo in realtà non ha importanza per il fatturato della ditta ?

In questo caso l'indispensabilità del lavoratore per il suo capo diventa dispensabilità per i capi del suo capo.

Cosa succede allora ?

Magari questi due personaggi assieme ad altri milioni al mondo, non essendo indispensabili, in caso di crisi economiche, verranno licenziati ed usciranno dal mondo del lavoro, per dare alle industrie la possibilità di restare sul mercato e fatturare ancora.

Ma siamo sicuro di questo ? Assolutamente NO !

Le industrie vivono e fatturano finchè c'è richiesta dei loro prodotti.
E chi crea la richiesta se non chi i prodotti li può comprare ?
E chi può comprare i prodotti se non i lavoratori che guadagnano soldi magari nell'industria ?

Come si può notare tutto ciò comporta un cerchio infinito, un cane che si morde la coda .

E la morale è che almeno nel mondo della coscienza, cioè degli esseri umani siamo tutti indispensabili,
perchè la dispensabilità è solo un pretesto che funziona fino a che gli equilibri non vengono a mancare .

Mediamo su ciò, ma non solo noi piccoli pensatori di poco conto,
ma sopra tutto voi ricchi e illusi proprietari di terra e uomini, che avete molto di più da perdere .

@Dax

venerdì 8 ottobre 2010

Privacy e democrazia

Un paese democratico deve difendere la privacy dei cittadini, necessita assolutamente una legge contro le intercettazioni, e tutte le altre menate di cui sentiamo parlare tutti i giorni nei telegiornali, alla radio, o che leggiamo sui giornali e su internet .

Ma a noi che ci frega se ci intercettano o ci violano la privacy, noi non cittadini onesti e lavoratori non abbiamo nulla da nascondere, non facciamo o diciamo cose che possano essere pericolose per noi stessi o per gli altri.

La privacy e le intercettazioni creano problemi a chi è disonesto, perchè non può coltivare i suoi interessi illeciti .

Parlano tanto di democrazia, ma cosa vuol dire questa parola ?

Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significagoverno del popolo !

Ora mi chiedo, ma siamo quindi in una democrazia, dove è il popolo a governare, oppure siamo in una Multinazionalcrazia mondiale ? Dove chi governa sono le multinazionali, che tirano i fili delle leggi nazionali a loro piacimento, distruggendo la terra, inquinando e facendoci ritornare al medioevo, con perdite continue di diritti acquisiti ?

Eppure continuiamo a sentire che un paese democratico deve difendere la privacy, come se questo fosse l’unico punto importante sul quale legiferare, nessun peso alla cultura, nessuno al diritto alla salute, non si parla di scuola se non per tagliare posti o di fabbriche per licenziare.

Siamo stufi di sentire legislature intere parlare di un unico argomento, che non ci tocca minimamente, vogliamo fatti concreti a misura della gente comune, per quei cittadini onesti che dovrebbero essere i gestori del potere (se siamo veramente in democrazia).

Hanno cambiato virtualmente il primo articolo della costituzione senza che sia scritto da nessuna parte “L’Italia è una Repubblica Dittatoriale fondata sulla disoccupazione” .

E poi la privacy da una parte vorrebbero tutelarla, ma nello stesso tempo con le varie leggi, come l’Hadopi francese ti controllano l’anima .

Ma forse l’idea che passa inosservata dai più è che la privacy da tutelare è quella di pochi eletti .

In fondo la legge è uguale per tutti, ma per alcuni è più uguale che per altri.

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