giovedì 11 luglio 2013

La burocratizzazione della mia azienda

Burocrazia

Oggi 2013, lavoro in una grande azienda da ben 31 anni e da sempre sono stato fiero di contribuire con tutto l’impegno possibile a migliorarla.

Qualche anno fà dopo una crisi che ci stava portando al fallimento, un pò per gli errori di visione dei manager, un pò per la crisi mondiale del 2001, siamo stati acquisiti da un’altra azienda ancor più grande.

Dapprima sembrava buona cosa, ma col passar del tempo mi sono reso conto di non essere più incentivato a migliorare le cose, tutto ciò che era stato fatto di buono andava perdendosi e il nulla ne prendeva il posto, in nome di una globalizzazione dei sistemi nel tentativo di renderli omogenei in tutte le sedi mondiali, ma in verità per la credenza di un falso risparmio, si stà cedendo il passo alla burocratizzazione globale e sopratutto al caos.

Anche le persone più originali e creative si sono arrese a questa situazione contingente e tutto si spersonalizza per lasciare il posto al nulla ideologico.

Persone, che fino ad allora davano tutte se stesse per aiutarti nel cercare metodi di gestire al meglio i problemi, di risolvere i problemi, oggi si lasciano andare in nome del “lascia che sia”.

Anch'io, che ho sempre cercato di non cedere al potere costituito, ed ho sempre lottato per la mia piccola nicchia ideologica e per il bene comune, inizio ad essere stanco di combattere, è un muro di gomma sul quale tutto rimbalza ed il mio ferreo ottimismo inizia ad intravvedere un tunnel buio, che neppure nei momenti peggiori, del primo periodo di cassa integrazione, mobilità e incentivi sembravano portarci alla fine, erano così oscuri.

Ed oggi la storia si ripete, con più forza che mai.

Se allora il tunnel aveva una parvenza di fondo visibile, oggi mi sembra senza fondo, dove la burocrazia ed il lecchinaggio, sono gli dei da pregare nella speranza di non perdere i pochi diritti acquisiti che ci sono rimasti, diritti che vengono velocemente inghiottiti da questo neonato buco nero, pieno di futilità, di menefreghismo collettivo, il cui orizzonte degli eventi non è ben delineato e pertanto di facile attrazione.

Spero di sbagliarmi, spero che questo sia solo un momento di passaggio, spero che qualcuno, con il potere e le capacità necessarie, si renda conto che bisogna manovrare il timone verso altri lidi, perchè se così non fosse la vedo proprio brutta nel prossimo futuro.

E quindi resto nella speranza, che in un prossimo futuro non mi ritrovi in qualcosa, che oggi con l'ausilio del futuro anteriore debba essere un "Avrei Dovuto ..." cerco in me stesso l'ottimismo di ieri per poter andare avanti.

mercoledì 10 luglio 2013

Il viaggio nel tempo, l'unica esistenza possibile

viaggio nel tempo 1

Ogni tanto sento dire o leggo che i viaggi nel tempo sono impossibili, nulla di più errato,
noi come esseri umani in quanto tali viaggiamo esclusivamente nel tempo, ogni istante della nostra vita facciamo un piccolo passo nel futuro, ogni passo avanti ci porta ad un esatto momento temporale, possiamo anche tornare nel passato, con la memoria, e se siamo bravi riusciamo a rivivere momenti e situazioni, percependone ogni sfumatura di sensazione, odore, stato d'animo, viaggiamo nel tempo certo un tempo limitato, che và dalla nascita alla morte.

La cosa che mi fa male è che in questo viaggio, le preferenze sono oramai dettate dal bombardamento continuo verso il nostro cervello di desideri inutili a scapito di quella vita che tempo fà era imperniata sulla famiglia, sul risparmio ed il rispetto, rispetto per la vita, per la terra e per il nostro senso di esistenza, le cose semplici non ci bastano più e allora ci complichiamo la vita riempiendoci di oggetti del desiderio che spesso non ci servono e appena acquistati li buttiamo via.
Quanto mi manca la bottiglia da riportare al lattaio per aver indietro la caparra ...

In un sistema come quello in cui viviamo oggi, basato sulla morte, l'uomo sembra non avere nessuna possibilità di migliorare se stesso.

Ciò che conta sono solo i soldi ed il potere.

L'egoismo uccide la solidarietà, la sofferenza degli altri è seconda rispetto al mio desiderio per il nuovo oggetto del momento da acquistare.

Combiare le cose, impegnarsi nel farlo, amare il prossimo, sono solo concetti astratti utili solo sui Social, le nuove agorà del giorno d'oggi, per credere di distinguersi confondendosi nel mucchio .

Dovremmo tornare a credere nei valori ai quali credevano gli antichi, non è per nulla sbagliato voler credere in cò che non è razionale, oggi la razionalità ha preso il sopravvento e vuol farci credere che l'unica cosa reale sia la concretezza ma non è così.
Abbiamo completamente perso il senso di ciò che siamo, arroccati su un più alto piano di esistenza, ma la sua altezza non lo rende più reale o importante di quanto non sia la fantasia, l'immaginazione o il pensiero. Il pensiero la parte più astratta della nostra esistenza, quella parte che abbiamo tutti ma alla quale pensiamo sempre meno spesso. Avere un oggetto in mano, possedere qualcosa sembra allora più vero del pensiero, ma basterebbe così poco per capire quanto sia meno nostro un oggetto reale di quanto non lo sia un nostro pensiero.

La realtà la creiamo giorno per giorno noi stessi, non importa se è la creazione di qualcuno o il parto di una singolarità quantica casuale, l'importante è che parlare e leggere queste cose è meglio che farsi condizionare da quelle propinate da false cazzate quotidiane. 

Facciamo allora uno sforzo per credere nelle cose buone, per essere sempre ottimisti e per andare avanti nel tempo che ci è concesso vivere.

martedì 9 luglio 2013

Dedicato a tutti i piccoli, piccoli uomini

egoismoUmano

Sai... ci ho pensato bene,

Sei veramente un grande stronzo

Tu...

che per un piccolo atto egoistico e senza pensarci minimamente,
cerchi di fregare tutti quelli che hai attorno,
senza neppure rendertene conto,
un egoismo il tuo che non frutta...
ma riesci comunque a fare un grande danno x che quattro soldi,
probabilmente non lo fai neppure apposta,
pensi di essere nel giusto solo perche’ sei al mondo
ma... stare al mondo non e’ cio’ che conta, e’ come ci stai.

E tu ci stai veramente da grande stronzo.

Non ti rendi conto, di rendere infelice chi ti sta’ attorno
solo perche’ quel tuo piccolo istante di goduria,
qando ricavi i miseri frutti di un marcio seme che hai seminato,
un piccolo brivido ti fa’ sentire ancora di essere al mondo.

Ma non sei nulla,
solo un piccolo omino che si bea di piccole soddisfazioni,

Sai... piccolo uomo, forse ti posso comprendere,
forse ti posso anche perdonare,
ma.. nonostante cio’, per me,
rimarrai sempre un inutile e grandissimo Stronzo.

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