lunedì 7 aprile 2014

Una piccola Euro-Story

crollo-euro
Alcuni giorni fa, mia figlia stava studiando storia, in particolare la storia "dell'unione europea" .
Per curiosità mi son messo a leggere quanto scritto nel libro scolastico, alla fine della lettura ho capito che tutto quello che veniva descritto era assurdo, o meglio, per quanto riguarda i fatti le cose evidentemente sono andate così, ma poi, vengono date informazioni, a mio avviso molto faziose, ma soprattutto discordanti.
Come se, da una parte si volesse inculcare ai giovani e freschi cervelli dei nostri ragazzi, la forza che questa unione imprime al nostro modo di vivere, dall'altra velatamente si evidenziassero i problemi e le rotture ed in pratica l'assurda situazione nella quale ci troviamo in quanto appartenenti a questa UE.
Infatti, dapprima viene elogiato il "fatto" che far parte dell'unione, ci dovrebbe mettere al sicuro dall'aumento dell'inflazione e da tutte le problematiche che si possono subire stando disuniti, oltre all'impossibilità di venir invasi politicamente ed economicamente dagli altri stati, ma subito dopo si parla delle difficoltà di integrazione tra stati poveri e stati ricchi, culture diverse, immigrazione da parte di stati extra-europei, ma anche del costo del lavoro troppo alto e quindi dall'emigrazione delle industrie e degli imprenditori verso aree meno dove il costo del lavoro è molto più basso.
La cosa però che viene tenuta nascosta è l'assurdità dell'impossibilità di creare moneta per uno stato, cosa che delegittima di fatto l'autorità e la possibilità di migliorare l'andamento dello stato.
Infatti le poche nazioni che sono rimaste fuori dall'euro come sistema monetario pur facendo parte dell'unione, sono quelle che oggi hanno meno problemi in Europa. Si, perchè dove lo stato può creare denaro il debito non esiste, mentre per gli altri, quando si deve aumentare il denaro circolante, devono chiedere un prestito alla Banca centrale europea con tanto di interessi da restituire.
A questo punto è chiaro che i ragazzi a scuola non stanno studiando, ma vengono condizionati a ragionare pro-euro, o meglio pro-banche.
 
E questo è male !
 
@DaniloMorchio

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